Repubblica di Estonia

L’Estonia, una nazione baltica con una ricca storia, ha vissuto un periodo cruciale all’inizio del XX secolo. La Rivoluzione di febbraio del 1917 e il conseguente processo di dissoluzione dell’Impero russo hanno creato un contesto favorevole per l’emergere di aspirazioni indipendentiste. Il 24 febbraio 1918, proprio quando l’occupazione da parte dell’esercito imperiale tedesco stava volgendo al termine, fu proclamata a Tallinn la nascita della Repubblica democratica indipendente d’Estonia. Le elezioni per l’Assemblea costituente, tenutesi il 21 e 22 gennaio 1918, segnarono un importante passo verso la legittimazione del nuovo Stato.

Guerra d’indipendenza estone

Dopo la ritirata delle forze tedesche, l’Estonia si trovò a dover affrontare la Guerra d’indipendenza estone, combattuta contro l’Armata Rossa. L’esercito estone, guidato dal colonnello Johan Laidoner, con il supporto dei russi bianchi, della flotta britannica e di volontari svedesi e finlandesi, riuscì a difendere il territorio estone, ostacolando i tentativi bolscevichi di ristabilire il controllo russo. La guerra si concluse con il Trattato di pace di Tartu, firmato il 2 febbraio 1920, che riconobbe ufficialmente l’indipendenza dell’Estonia e stabilì relazioni bilaterali con la Russia.

Periodo di instabilità (1920-1934)

Il 15 giugno 1920, l’Assemblea costituente approvò la prima Costituzione estone, introducendo un principio formale di separazione dei poteri. Tuttavia, in pratica, il governo risultava subordinato al parlamento, generando una forte instabilità politica: tra il 1920 e il 1934 si susseguirono ben 23 governi. Nonostante le difficoltà, l’Estonia ottenne il riconoscimento internazionale e divenne membro della Società delle Nazioni nel settembre 1921.

Nel dicembre 1924, i comunisti tentarono un colpo di Stato, sostenuti dall’URSS, che fallì grazie al supporto dell’esercito. Questo evento portò al divieto del Partito Comunista e alla diminuzione della sua influenza.

Sviluppo economico e riforma agraria

L’indipendenza richiese scelte cruciali riguardo all’uso delle risorse nazionali. Negli anni ’20, l’Estonia affrontò gravi problemi economici, con macchinari obsoleti e una qualità dei prodotti scadente. La politica economica si concentrò sull’industrializzazione e sulla creazione di imprese esportatrici. Eesti Pank, la banca nazionale, emise prestiti per stimolare l’apertura di nuove attività. La riforma agraria portò alla redistribuzione delle terre confiscate ai tedeschi del Baltico, favorendo nullatenenti e veterani della guerra d’indipendenza.

Il ministro delle finanze Otto Strandman implementò politiche economiche per promuovere le esportazioni e nel 1928 si verificò una riforma monetaria. Tuttavia, la Grande depressione del 1929 pose sfide significative all’economia estone.

Colpo di Stato del 1934 e regime di Päts

Nel 1933, il movimento VAPS, emerso per affrontare la crisi economica e politica, propose un referendum costituzionale che ridusse il potere legislativo del parlamento e rafforzò il ruolo del presidente. La nuova Costituzione, entrata in vigore nel gennaio 1934, conferì poteri quasi dittatoriali al presidente Konstantin Päts, che orchestrò un colpo di Stato per consolidare il suo potere.

Era del silenzio

Con l’instaurazione del regime autoritario, l’Estonia subì una graduale cancellazione della democrazia parlamentare. La nuova amministrazione si caratterizzò per un’economia in rapida crescita, con un incremento della produzione industriale e un’espansione delle esportazioni. Le cooperative agricole crebbero e l’Estonia divenne un attore commerciale chiave nella regione, esportando prodotti alimentari e materie prime.

Adozione della Costituzione del 1937

Nel 1937, nonostante l’opposizione, l’Assemblea nazionale approvò una terza Costituzione, ampliando i poteri del presidente e limitando le libertà civili. La nuova legge fondamentale prevedeva un sistema bicamerale e conferiva al presidente il potere di sciogliere il governo e di emettere decreti. Durante questo periodo, la situazione interna si aggravò ulteriormente, con la creazione di campi di lavoro forzato per disoccupati e l’aumento dell’influenza delle associazioni nazionaliste.

Rischi geopolitici

Con l’avvicinarsi della Seconda guerra mondiale, l’Estonia cercò di garantire la propria sicurezza. Il 7 giugno 1939, il ministro degli esteri estone firmò un patto di non aggressione con la Germania, ma la situazione si complicò ulteriormente con la firma del patto Molotov-Ribbentrop il 23 agosto 1939, che divise l’Europa orientale in sfere di influenza, inclusa l’Estonia nell’orbita sovietica.

Occupazione sovietica e conseguenze

Con l’inizio della guerra e l’invasione della Polonia, l’Estonia si trovò in una posizione precaria. Dopo vari incidenti, come l’incidente dell’Orzeł, le forze sovietiche entrarono in Estonia nel 1939, ponendo fine all’indipendenza. L’occupazione sovietica portò a repressioni, deportazioni e un controllo totalitario della vita politica ed economica.

La storia della Repubblica di Estonia è un racconto di resilienza, sfide e trasformazioni. Dalla proclamazione dell’indipendenza nel 1918, attraverso un periodo di instabilità politica, fino all’occupazione sovietica, l’Estonia ha affrontato numerosi ostacoli. La sua lotta per la libertà e l’autodeterminazione rimane un simbolo di determinazione e speranza per le generazioni future. Con la sua storia ricca e complessa, l’Estonia continua a costruire un futuro di democrazia e prosperità, testimoniando l’importanza della libertà e della sovranità nazionale.

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