Costituzione dell’Estonia

L’Estonia vanta una solida tradizione costituzionale, basata sulla sua legge fondamentale: l’Eesti Vabariigi põhiseadus, ovvero la Costituzione della Repubblica d’Estonia. Questo documento rappresenta il pilastro portante dello Stato estone, definendo la sua organizzazione, i diritti e i doveri dei cittadini, nonché i principi di una repubblica parlamentare e democratica, dove il potere sovrano risiede nel popolo.

Storia della Costituzione dell’Estonia

La storia costituzionale dell’Estonia è ricca di momenti significativi. Scopriamo più da vicino gli eventi chiave in cui sono stati adottati e modificati i principali documenti costituzionali del paese.

La prima Costituzione (1920 – 1933)

La prima Costituzione dell’Estonia, adottata nel 1920, rifletteva chiaramente i principi dell’Illuminismo e l’ideale di sovranità popolare sostenuto da Jean-Jacques Rousseau.

Seguendo la teoria della separazione dei poteri di Montesquieu, la Costituzione divideva il potere tra tre organi: il Riigikogu (parlamento unicamerale), il capo di Stato e il governo.

Un aspetto innovativo era l’alto livello di partecipazione popolare garantito da ampie possibilità di iniziativa pubblica e referendum. I cittadini estoni avevano il potere diretto di influenzare le leggi e l’agenda politica.

Tuttavia, nonostante il suo schema ispirato a Montesquieu, la Costituzione presentava un disequilibrio di potere a favore del Riigikogu. Il parlamento deteneva un’autorità considerevole rispetto all’esecutivo e al potere giudiziario, generando instabilità politica e frequenti cambi di governo.

Inoltre, la figura del capo di Stato e del Primo Ministro erano accorpate in un’unica carica, quella dell’Anziano di Stato (Riigivanem), limitando la flessibilità e l’efficacia del potere esecutivo.

La seconda Costituzione (1934 – 1938)

L’instabilità politica che caratterizzò i primi anni di indipendenza dell’Estonia si rifletteva anche nella sua Costituzione. I frequenti cambi di governo e le difficoltà nel trovare un equilibrio tra i poteri spinsero a diverse revisioni costituzionali.

Nel 1932, un referendum propose due nuove bozze di Costituzione, entrambe respinte. L’anno successivo, un nuovo tentativo ebbe successo: una terza proposta, avanzata dal movimento populista VAPS (Lega dei Veterani della Guerra d’Indipendenza Estone), fu approvata tramite referendum il 24 gennaio 1934.

La seconda Costituzione dell’Estonia, adottata nel 1934, rappresentò un allontanamento dai principi democratici della prima Costituzione del 1920. Influenzata dalle tendenze autoritarie che si diffondevano in Europa in quel periodo, questa nuova Carta fondamentale introdusse un sistema presidenziale con poteri esecutivi notevoli.

Il Riigikogu (parlamento) vide il suo potere e la sua dimensione drasticamente ridotti, mentre la figura del Presidente assumeva un ruolo centrale. Il Presidente deteneva ampie facoltà, tra cui la possibilità di emanare decreti con valore di legge.

Tuttavia, il timore che il movimento VAPS (Lega dei Veterani della Guerra d’Indipendenza Estone) potesse sfruttare la nuova Costituzione per acquisire il potere assoluto spinse Konstantin Päts, divenuto Capo di Stato con questa stessa Costituzione, a prendere il controllo del Paese.

Il 12 marzo 1934, Päts inscenò un colpo di Stato incruento, sospese la Costituzione e si proclamò Protettore dello Stato. Questo atto segnò la fine della seconda Costituzione e l’inizio di un periodo autoritario in Estonia, che sarebbe durato fino all’occupazione sovietica del 1940.

Päts avviò quindi il processo di redazione di una nuova terza Costituzione, nel tentativo di stabilire un regime più stabile e duraturo, pur mantenendo una linea autoritaria. La terza Costituzione entrò in vigore nel 1938 e rimase in vigore fino all’occupazione sovietica.

La terza Costituzione (1938/1940 – 1992)

L’Estonia adottò la sua terza Costituzione il 1° gennaio 1938, in sostituzione della Costituzione più autoritaria del 1934. Questa nuova Carta fondamentale introdusse un sistema parlamentare bicamerale, con l’obiettivo di apportare maggiore stabilità e rappresentanza al sistema politico.

La Camera dei Deputati era il ramo direttamente eletto dal popolo, mentre l’Assemblea Nazionale era composta da rappresentanti provenienti dai governi locali, dalle professioni e da alti funzionari. Questo sistema è stato definito da alcuni come una forma di “semi-democrazia”.

Un cambiamento significativo rispetto alla Costituzione del 1934 era il metodo di elezione del Presidente. Non più scelto direttamente dal popolo, il Presidente veniva ora designato da un Collegio Elettorale composto da membri di entrambe le camere dell’Assemblea Nazionale e da rappresentanti dei governi locali.

Tuttavia, il destino della terza Costituzione estone fu segnato dall’occupazione sovietica del 1940. I sovietici imposero una nuova Costituzione di stampo comunista, che a sua volta fu sostituita nel 1978 dalla Costituzione sovietica della RSS Estone.

Nonostante l’occupazione e le Costituzioni imposte dai sovietici, la terza Costituzione estone del 1938 non perse mai la sua validità legale agli occhi del popolo estone e della maggior parte degli Stati occidentali. Rimase in vigore “in sonno” fino al 1992, quando l’Estonia riconquistò l’indipendenza e adottò una nuova Costituzione democratica.

La terza Costituzione, pur con le sue imperfezioni, rappresentò un tentativo di trovare un equilibrio tra stabilità, rappresentanza e principi democratici in un periodo turbolento per l’Estonia.

La quarta Costituzione (dal 1992 ad oggi)

Nel 1992, dopo un voto popolare, l’Estonia ha adottato una nuova Costituzione, aprendo un nuovo capitolo nella sua storia. Questa Costituzione, ispirata a quelle del 1920 e del 1938, rappresenta un ponte tra il passato e il futuro del Paese.

La Costituzione del 1992 mantiene la figura del Presidente, come già previsto nel 1938, ma torna al sistema unicamerale del Riigikogu (parlamento) presente nella Costituzione del 1920. Questa scelta unisce i vantaggi di un sistema presidenziale (stabilità ed efficienza) con la rappresentanza e la partecipazione popolare di un parlamento unicamerale.

Più di un semplice documento legale, la Costituzione del 1992 afferma con forza l’indipendenza e la sovranità dell’Estonia. Riconnette il Paese al suo passato pre-sovietico e getta le basi per un futuro democratico, sicuro e prospero per tutti gli estoni.

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