Museo Nazionale Estone, Tartu

Il Museo Nazionale Estone, situato a Tartu in Estonia, inaugurato nel 2016, è stato progettato dallo studio DGT Architects, ed è stato concepito come una piattaforma-ponte che rappresenta l’avvento di una nuova era per l’ex paese dell’URSS.

Questo museo simbolico incarna il cambiamento e l’evoluzione, offrendo agli estoni e ai visitatori una visione di speranza e progresso per il futuro. Vediamo più da vicino la sua storia.

Museo Nazionale dell’Estonia: la storia

Il Museo Nazionale Estone è riconosciuto come un’importante istituzione della memoria, nata come parte del movimento nazionale. Ha svolto un ruolo ambivalente durante il periodo sovietico, pur continuando a servire la causa della conservazione della cultura estone. Fondato nel 1909 con l’obiettivo di preservare la cultura estone, il museo si è affermato come un punto di riferimento per la memoria collettiva e la promozione dell’identità nazionale.

Il compito principale del museo nazionale estone era la raccolta, la conservazione, la ricerca e l’esposizione di materiale etnografico, storico e culturale. L’ENM (Museo Nazionale Estone) divenne una significativa risorsa di ricerca per l’Università di Tartu, con i ricercatori del museo che iniziarono a insegnare etnologia all’università. Durante il periodo tra le due guerre mondiali, l’ENM divenne un istituto di ricerca culturale di primaria importanza in Estonia.

L’idea di creare un museo che rappresentasse la cultura etnica estone ebbe origine negli anni ’60 dell’Ottocento, durante il movimento di risveglio nazionale estone, promossa da intellettuali di origine estone. Questa proposta fu una testimonianza dell’impegno degli intellettuali estoni nel preservare e promuovere la loro identità culturale durante quel periodo di rinnovato interesse per la nazione estone.

Il museo iniziale fu principalmente il risultato degli sforzi di due società accademiche di Tartu: la Gelehrte Estnische Gesellschaft (Società accademica estone, fondata nel 1838) e la Eesti Üliõpilaste Selts (Società studentesca estone, fondata nel 1870). Queste società si dedicarono alla raccolta di manufatti, insieme a forme poetiche e narrative del folklore estone.

In quel periodo gli intellettuali attivi furono fortemente influenzati dalle attività simili che si svolgevano in Finlandia, trovando così ulteriore ispirazione per la creazione di un museo.

La fondazione del Museo Nazionale Estone ricevette un forte impulso nel 1907 con la morte del pastore Dr. Jakob Hurt, la cui vasta e preziosa collezione folcloristica necessitava di una sede permanente. Lo statuto originario del museo, redatto nel 1908, prevedeva che fosse una straordinaria istituzione che avrebbe ospitato documenti di folklore, lingua, manufatti materiali, musica popolare, collezioni d’arte e una biblioteca, con un’enfasi sulla cultura contadina estone che stava subendo rapidi cambiamenti a causa della modernizzazione e dell’urbanizzazione all’inizio del secolo.

Quindi, possiamo dire che l’obiettivo primario del Museo nazionale estone era quello di raccogliere oggetti e reperti etnografici, con l’aiuto di alcuni volontari provenienti da diverse categorie, come: scrittori, artisti, pastori, insegnanti e studenti.

All’inizio il museo non aveva un proprio edificio, per cui le mostre temporanee venivano organizzati in altri luoghi prendendo luoghi in appartamenti privati o teatri.

A partire dagli anni ’20, la situazione migliorò grazie all’Istituzione della Repubblica indipendente di Estonia, entrando a far parte del Ministero dell’Istruzione. Con l’aiuto dello Stato, il museo ENM acquisì la proprietà del Raadi Manor, offrendo ampi spazi per esporre la cultura popolare estone e dove su aperta nel 1927 la mostra permanente.

Invece, a partire dagli anni ’40, il Museo nazionale estone divento è un centro significato della cultura nazionale e popolare con le sue quattro divisioni autonome collezioni di cultura materiale e spirituale Archivi folcloristici estoni, Biblioteca d’archivio, istituzione di archivi bibliografici e storici estoni di storia culturale.

Dopo l’annessione dell’Estonia all’URSS, il Museo Nazionale Estone (ENM) fu nazionalizzato e diviso in due istituzioni separate:

  • Il Museo Etnografico Statale della RSS Estone (ENSV Riiklik Etnograafiamuuseum), responsabile della conservazione e della ricerca sulla cultura materiale in modo più specifico;
  • Il Museo Letterario Statale (Riiklik Kirjandusmuuseum), che si focalizzava sulla raccolta di folklore, documenti scritti e libri.

Subito dopo la guerra, fu distrutto il Raad Manor, seppur le collezioni che furono evacuate dalla zona militare rimasero intatte. La guerra e il periodo successivo segnato dalla persecuzione e oppressione staliniana causarono la perdita dell’edificio e ci furono gravi difficoltà per il personale del museo.

Verso la fine degli anni ’50, il Museo Nazionale Estone (ENM) riprese le sue attività all’interno del sistema politico-scientifico chiuso dell’Unione Sovietica. In un contesto in cui l’ideologia e l’identità nazionale erano “congelate”, l’etnologia estone (etnografia) continuò nella sua direzione prebellica, focalizzandosi sulla ricerca della cultura “tradizionale”.

Tuttavia, gli etnografi estoni si concentrarono su diversi argomenti nonché sull’architettura agricola, costumi dell’arte popolare della società contadina del passato e sugli attrezzi agricoli.

L’approccio predominante era una prospettiva storica che utilizzava un approccio descrittivo ed evoluzionistico relativamente sicuro, al fine di evitare la manipolazione ideologica che inevitabilmente si sarebbe associata alla contestualizzazione sociale del presente.

Dal punto di vista dell’organizzazione istituzionale, il museo è stato inizialmente posto sotto la giurisdizione dell’Accademia delle Scienze della SSR estone (1946-1963), la quale agevolò la ricerca scientifica.

Negli anni ’60 viene data una maggiore importanza alla ricerca sulle culture ugro-finniche e grazie alla diversità delle sue collezioni e alla ricerca scientifica, l’ENM diventò una delle istituzioni di ricerca centrali all’interno dell’Unione Sovietica.

Negli anni ’70, il Museo Etnografico non potè più esporre la mostra completa della cultura popolare estone a causa di un mancante spazio espositivo, così il museo diventò una specie di archivio limitando l’accesso al pubblico.

Ma a partire dagli anni ’90, l’EMN ha dovuto ampliarsi al grande pubblico per fare conoscere la sua missione e per giustificare la sua esistenza e persistenza. Tuttavia, dopo aver riconquistato l’indipendenza nel periodo di risveglio nazionale, caratterizzato da grandi riforme, il museo ha assunto un ruolo di primaria importanza. Uno degli obiettivi chiave è stato quello di costruire nuove strutture per il museo, al fine di adempiere al suo compito fondamentale in modo più efficace.

Nel 1994 viene aperta una mostra permanente, chiamatasi “Estonia: terra, persone, cultura”.

La continua idea di costruire un nuovo ENM ha portato a un cambiamento nella concettualizzazione del museo e nel suo scopo sociale.

Da un lato, c’è stata la necessità di definire le identità in un momento di rapido cambiamento, preservando i valori tradizionali e affrontando le sfide storiche.

La reinvenzione del museo negli anni ’90 è stata strettamente legata alle questioni della memoria collettiva e dell’identità collettiva, influenzate anche dalla riconciliazione con l’Europa.

D’altra parte, l’ENM ha partecipato ai negoziati che riguardavano la storia postbellica europea ed estone, inserendosi in un ampio contesto storico.

A partire dal 2014, il Museo Nazionale Estone è diventato l’organizzatore del festival annuale di documentari World Film Festival/Maailmafilm, ovvero dedicato alla presentazione visiva e documentari antropologici con un approccio analitico alle culture del mondo.

Nel 2016, invece l’attuale edificio viene inaugurato, costruito secondo il concetto dinamico di un team internazionale di giovani architetti.

Prima della realizzazione del progetto Memory Field, l’occupazione sovietica era un tema molto delicato e controverso in Estonia. L’idea di affrontare apertamente e incorporare l’occupazione sovietica nella narrazione ufficiale sull’identità estone all’interno del Museo Nazionale Estone era considerata impensabile.

L’occupazione sovietica rappresentava un periodo di dominio straniero e di soppressione per molti estoni, e il discorso ufficiale si concentrava principalmente sulla celebrazione dell’identità e della cultura estone precedenti all’occupazione. Tuttavia, il progetto Memory Field ha infranto questo tabù e ha aperto la porta a una rappresentazione più completa della storia estone, compresa l’esperienza dell’occupazione sovietica, nel contesto del museo nazionale.

A livello internazionale, l’ENM ha acquisito uno status distintivo come istituto di ricerca grazie alla sua posizione geografica tra Oriente e Occidente. L’esperienza accumulata attraverso la ricerca a lungo termine sulla cultura di diversi gruppi etnici sia in Estonia che in Russia è di particolare valore grazie alla sua coerenza e continuità.

Il concetto del Museo Nazionale Estone e delle Mostre

Come già detto in precedenza il Museo Nazionale Estone è un museo dedicato all’etnologia e alla storia culturale, che mira a rappresentare la vita quotidiana e la cultura come uno stile di vita, tenendo conto della loro diversità temporale, spaziale e sociale.

Il nuovo edificio si focalizza su due mostre permanenti:

  • La mostra permanente Encounters che guarda al passato, al presente ma anche al futuro, attraverso le esperienze emozioni e delle vite delle persone;
  • La mostra permanente dei popoli ufro-finnici L’eco degli Urali mette a disposizione esperienze e conoscenze sullo spazio culturale degli abitanti che vivono nell’Eurasia settentrionale.

Museo Nazionale Estone: gli orari di apertura

Il museo è visitabile dal Martedì alla Domenica dalle 10 alle 18 e si trova a Lagedi, Tartu (Estonia).

Luigia
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